Le terapie con farmaci oppioidi per la cura del dolore possono generare stitichezza. Ma si tratta di un particolare tipo di stipsi che va trattata opportunamente.
La gestione del dolore, soprattutto quando si tratta di dolore cronico, è una sfida complessa che richiede una grande collaborazione tra medico e paziente per raggiungere il giusto equilibrio tra efficacia e trattamento farmacologico. A volte, infatti, il dolore cronico richiede l'uso di farmaci come gli oppioidi seguendo specifiche linee guida. Gli oppioidi possono sì garantire un controllo ottimale del sintomo ma in alcuni casi possono comportare degli effetti indesiderati che vanno ad impattare sul benessere quotidiano del paziente.
È il caso della Costipazione Indotta da Oppioidi, abbreviata con CIO, che coinvolge tra il 41% e l’87% dei pazienti1 in trattamento farmacologico con oppioidi e rappresenta il più comune degli effetti gastrointestinali indotti dall’uso di questa classe di farmaci2.
Gli altri effetti indesiderati possono riguardare l’inizio della terapia, dove si rilevano sonnolenza e confusione mentale che però tendono a scomparire dopo i primi giorni di assunzione, così come episodi di nausea e vomito3. La stitichezza invece può essere più duratura nel tempo e, anche per questo, più complessa da gestire.
Costipazione Indotta da Oppioidi: l’effetto indesideratomeno conosciuto
La stitichezza indotta da oppioidi (CIO) è uno degli effetti indesideratifrequenti, ma meno conosciuti, derivanti dall'uso di farmaci oppioidi per il controllo del dolore.
Il motivo è che i pazienti o i loro caregiver spesso non riescono a collegare in modo precoce l’insorgenza di questo disturbo al trattamento farmacologico in corso. Ma perché questo accade?
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In primo luogo, l'attenzione del medico tende spesso a concentrarsi maggiormente su aspetti funzionali alla terapia, quindi sulla definizione del dosaggio o alle prime risposte del paziente. In fase iniziale, come abbiamo detto, possono insorgere degli effetti indesiderati passeggeri, come vomito o confusione mentale, e spesso, su questi, si concentra la comunicazione tra il medico e il paziente anche perché, quando si sviluppano, vengono individuati più chiaramente come correlati all’assunzione del nuovo farmaco.
Ma accanto a questi fenomeni passeggeri, ci può essere la Costipazione Indotta da Oppioidi. La CIO è di fatto una forma di stitichezza, un disturbo che potrebbe comparire in molti momenti della vita e per un enorme numero di cause. Molte persone sono abituate ad avere a che fare con l’irregolarità intestinale e per questo motivo potrebbero non collegare immediatamente il problema intestinale con l’assunzione di farmaci per il controllo del dolore cronico. In breve, i sintomi possono essere confusi con una stitichezza funzionale. Molte persone non comprendono subito che la stitichezza può essere un effetto indesiderato specifico degli oppioidi e non una semplice conseguenza del loro stato di salute generale, della dieta o dello stile di vita.
Ma il fatto che la CIO sia poco conosciuta è dovuto anche ad un aspetto psicologico: ci può essere una certa riluttanza da parte dei pazienti o dei caregiver a raccontare di problemi come la stitichezza al medico. Questa barriera alla comunicazione può impedire una diagnosi accurata e un trattamento efficace.
Una importante ricerca3 condotta su un campione di 597 pazienti con dolore cronico in trattamento con oppioidi ha rivelato che il 66% di essi ha sperimentato i sintomi della CIO. Ma non solo. La stessa ricerca indica anche che di questa percentuale, oltre il 50% di pazienti non oncologici ha dichiarato di aver dovuto modificare la propria terapia con oppioidi proprio a causa della stipsi e meno della metà di essi (41%) si dichiara soddisfatto rispetto a come è stata gestita la problematica della CIO.
Dunque, la combinazione di una mancanza di consapevolezza, la confusione con altri tipi di stitichezza e la vergogna associata a discutere della funzione intestinale hanno contribuito a rendere la CIO uno degli effetti indesiderati meno conosciuti degli oppioidi.
Trattare la CIO in modo specifico
Il trattamento della stitichezza indotta da oppioidi (CIO) può richiedere un approccio specifico, differente da quello utilizzato per la stitichezza funzionale. Il motivo è che le cause scatenanti sono molto specifiche nella CIO e sono dovute all’interazione dell’oppiaceo con i recettori che regolano (anche) il transito intestinale e che si trovano proprio nell’apparato digerente.
Questo significa anche che potrebbe non essere risolutivo (per quanto sempre raccomandato) modificare la dieta introducendo più fibre e liquidi. La CIO non dipende direttamente da quel che mangi.
Inoltre, a differenza della stipsi funzionale, la CIO è un tipo di effetto che non è soggetto a tolleranza, quindi, può essere un tipo di sintomo che si protrae a lungo, nel tempo. Ecco perché l’utilizzo di lassativi generici potrebbe non risultare efficace: il sollievo potrebbe essere momentaneo, ma poi la CIO potrebbe tornare a rallentare il transito intestinale generando nuovi gonfiori, dolori addominali e difficoltà di evacuazione. I lassativi, inoltre, sono farmaci per i quali si sconsiglia un uso prolungato4.
Esistono farmaci specificamente progettati per trattare la CIO, come i Peripherally Acting Mu-Opioid Receptor Antagonists (PAMORA). Questi farmaci agiscono fermando selettivamente l'azione degli oppioidi sui recettori intestinali, senza influenzare l'efficacia del farmaco per il controllo del dolore. Il risultato è un miglioramento della funzione intestinale e una riduzione della stitichezza: l’intestino torna a lavorare in modo normale.
È essenziale consultare un medico per una diagnosi accurata e per discutere delle opzioni di trattamento più adatte: un dialogo schietto con il proprio medico è fondamentale per la gestione efficace della CIO. Non bisogna lasciare che l'imbarazzo o la vergogna impediscano una comunicazione aperta riguardo ai sintomi intestinali. Fornire un quadro completo consentirà di elaborare un piano di trattamento più efficace e coerente con le necessità quotidiane.
Altri effetti indesideratidei farmaci per la terapia del dolore cronico: l’assuefazione
Un altro “effetto” di questa classe di farmaci è la cosiddetta tolleranza o assuefazione5: l'uso prolungato può portare al graduale decremento dell’effetto analgesico. Proprio per questo motivo una terapia con farmaci oppioidi implica sempre un piano terapeutico e un monitoraggio regolare delle risposte del paziente.
I farmaci a base oppiacea sono utilizzati in medicina per gli stati dolorosi in diversi ambiti clinici. In chirurgia, oncologia, ortopedia, sono comunemente somministrati per gestire il dolore acuto. Ci sono casi in cui il dolore diventa cronico e si protrae a lungo, anche se non ci sono cause dirette come ad esempio un trauma, una frattura, un’operazione chirurgica recente. In questi casi è necessario costruire, insieme al medico, un piano terapeutico che possa continuare nel tempo e, nel tempo, essere efficace.